Cracovia e Zalipie: un viaggio tra luci e colori

Aprile 2022

Se c’è un momento che tra tutti caratterizza la Storia contemporanea sicuramente è quello che passa anche da Auschwitz.
Ma andiamo per gradi.

Questo è un viaggio che, per i luoghi che attraversa, porta a riflettere molto, a porsi delle domande a cui spesso una risposta non c’è, ma Cracovia è anche molto di più di questo. Sinceramente, non mi aspettavo di trovare una città così vivace e avvolgente.
Vogliamo, poi, parlare di Zalipie, il piccolo villaggio dipinto a circa un’ora e mezza d’auto dalla città?

Ecco qui il mio itinerario per tre giorni immersi in Storia, leggende e tradizioni.

Raggiungere la città

Ci sono due possibilità per raggiungere il centro città dall’aeroporto.

  • Con i bus n. 208 o 252, che ci impiegano circa 45 minuti

o, in alternativa,

  • in treno fino a Kraków Główny (stazione centrale).
    Il biglietto costa 14 zł (circa €3) e in 20 minuti si arriva in città.

Cosa vedere: il mio itinerario

Giorno 1

Visto il ritardo del volo, ho cambiato un po’ i piani rispetto a quanto avevo programmato. Preso il treno in aeroporto, anziché scendere alla stazione centrale, ho preferito proseguire fino alla fermata successiva, Kraków Zabłocie, pronta per visitare la prima tappa di questo viaggio.

  • Fabbrica di Oskar Schindler (Fabryka Emalia Oskara Schindlera) → se avete letto l’articolo su Bratislava, sapete che non sono affatto fan delle visite ai musei ma, come in tutte le regole, c’è sempre un’eccezione: in questo caso, direi che la Fabbrica di Oskar Schindler lo è stata decisamente. Ho trascorso all’interno del museo un paio d’ore senza rendermi conto del passare del tempo. Una realtà decisamente immersiva, che ti avvolge e coinvolge, facendoti immedesimare perfettamente negli anni in cui la città si è dovuta interfacciare prima con il Nazismo e, subito dopo, con il Comunismo.
    Il museo è strutturato in varie sezioni che ripercorrono la storia di Cracovia dal 1939 (pre-invasione nazista) al 1943 (arrivo di Stalin): un’epoca buia per la città e per l’umanità intera.
    La fabbrica si trova nel quartiere Kazimierz (nome che deriva dal Re Casimiro il Grande, suo fondatore). Questa è una zona che ha ospitato la comunità ebraica fino al periodo nazista e che, negli anni recenti e grazie alle riprese del film “Schindler’s List”, è tornata a vivere.
    Il biglietto d’ingresso alla Fabbrica costa 28 zł (circa €6).
  • Terminata la visita, sono tornata verso il centro città e il brontolio sordo della mia pancia mi ha ricordato che l’ora di pranzo era passata già da un pezzo. Così sono andata da Kocia Kawiarnia Kociarnia. Caratteristica di questo piccolo bar? È un cat-cafè! Si trova a pochi passi dalla stazione principale ed è uno di quei posti proprio adorabili.
  • Rynek Główny → superato il Planty, ovvero un ex fossato medievale bonificato che si estende per 4 km tutt’intorno alle antiche mura della città e che, oggi, è il giardino pubblico più grande d’Europa, si raggiunge il cuore della Città Vecchia (Stare Miasto), Rynek Główny, la piazza medievale più grande d’Europa dove si respira quell’inconfondibile aria di scambio culturale.
  • Palazzo dei Tessuti (Sukiennice) → al centro della piazza Rynek Główny, questo edificio era il luogo dell’antico mercato dei tessuti. Oggi qui si trovano bancarelle di diverso tipo e, personalmente, a me ha ricordato uno di quei tanti sūq (mercati coperti) che è possibile visitare nei Paesi arabi.
    Sotto al suo porticato si trova il Café Noworolski, la più importante e storica caffetteria di Cracovia.
  • Basilica di Santa Maria (Kościół Mariacki) → il suo profilo domina la piazza principale dal XIII secolo e le sue due torri di altezze irregolari sono protagoniste di diversi racconti fantasiosi e leggende avvincenti che non posso fare a meno di raccontare.
    Si dice, infatti, che i realizzatori delle due torri fossero due fratelli, incaricati di costruire una torre a testa. Il minore dei due, vedendo l’altezza superiore della torre realizzata dal fratello e accecato dalla gelosia, lo pugnalò e terminò, poi, la sua torre alzandola. Consumato dai sensi di colpa, però, ammise l’omicidio e si suicidò lanciandosi dalla torre.
    Per dover di cronaca, preciso che c’è una seconda versione di come terminò la faccenda: dopo l’omicidio del fratello maggiore, infatti, la torre venne terminata da forze soprannaturali che terrorizzarono il minore al punto di farlo cadere fatalmente dall’impalcatura sopraelevata.
    Ma non è tutto.
    Nel Medioevo, la torre più alta fungeva da torre di avvistamento e una seconda leggenda riguarda proprio l’Hejnał Mariacki, ovvero la “chiamata a raccolta”. Si narra che durante l’invasione dei tartari, l’avviso di pericolo si interruppe bruscamente quando il custode della torre, a metà dell’esecuzione del pezzo di tromba, venne trafitto alla gola da una lancia. In memoria del suo coraggio che permise alla città di prepararsi e di respingere l’attacco nemico, ogni giorno alle 12 e alle 19 un trombettista, da una delle due torri, interrompe a metà la sua esecuzione.
  • Torre del Municipio (Wieża Ratuszowa) → sono immensamente fan delle vedute panoramiche delle città e se c’è una torre ci DEVO salire. La Torre del Municipio di Cracovia è carina, anche la vista dall’alto ha il suo perché, soprattutto durante le belle giornate di sole, quando il rosso degli edifici in mattone si accende in contrasto con l’azzurro del cielo.
    Unico neo: i gradini! E non perché siano troppi o troppo stretti, ma perché sono tutti irregolari e, soprattutto, hanno un’altezza che equivale a una sessione di affondi in palestra!
  • Come si sarà forse capito, tutta la zona della piazza principale mi è piaciuta particolarmente, ma ciò che mi ha colpito ancora di più di Cracovia è il Wawel, una piccola collina che sovrasta il Vistola, il fiume che attraversa la città, e che per lungo tempo fu il cuore delle attività politiche della città.
    Qui si possono visitare la Cattedrale del Wawel, la chiesa più importante della Polonia, risalente già all’Anno Mille, anche se di quell’edificio oggi non rimane traccia, visto il susseguirsi di ristrutturazioni che hanno portato a una mescolanza di stili per un risultato unico e incantevole; la Torre del Sigismondo, la cui campana, si dice, regali amore e felicità a chiunque la tocchi; e il Palazzo Reale, dove vissero i sovrani polacchi fino al 1596, anno in cui la capitale fu spostata a Varsavia.
    Un colle in cui visse la famiglia reale e che fu centro politico della città… può essere tutto limitato a questo? Ovviamente no, infatti c’è anche una leggenda!
    Si narra che, all’epoca dei miti e della magia, un drago (non a caso, oggi, è il simbolo di Cracovia) vivesse su questo colle. Il re, preoccupato per la sicurezza dei suoi cittadini, promise metà del suo regno e la figlia in sposa a chiunque fosse riuscito a uccidere il drago. Fu un calzolaio a compiere la coraggiosa impresa dando da mangiare al povero drago una pecora imbottita di zolfo che lo costrinse a bere l’intero fiume Vistola fino a scoppiare.

Giorno 2

Il secondo giorno è stato emotivamente impegnativo. Ho acquistato il tour “From Krakow: Auschwitz and Wieliczka Salt Mine Full-Day Trip” operato da Cracow Visit local tours su GetYourGuide e mi sono preparata per lasciarmi travolgere dalla Storia.

Quella mattina il cielo era grigio e minacciava pioggia, così la guida ha deciso di portarci prima alla miniera di sale, visita che era programmata per il pomeriggio. Ho apprezzato questa piccola attenzione da parte sua e devo dire che, a fine giornata, ho preferito questa soluzione.

  • Miniera di Sale di Wieliczka → questa è una delle miniere di sale più antiche al mondo, si estende per circa 300 km e arriva a una profondità di 327 m. Ha aperto ai turisti nel 1790 e, sebbene oggi i km visitabili siano solo 3 (e la profondità massima raggiungibile è di 135 m), il tour guidato non lascia dubbi sull’unicità di questo luogo: gallerie con bassorilievi, più di 200 cappelle, laghetti, è stato adibito addirittura uno spazio per fare inalazioni saline e in un primissimo tempo (prima che il turismo fosse di massa) era possibile visitare la miniera anche in barca! Ma il pezzo forte è sicuramente la Cattedrale, in funzione ancora oggi, interamente costruita e scolpita nel sale (inclusi i candelabri).
    La visita è davvero ricca di dettagli e la guida ci ha raccontato parecchi aneddoti e curiosità interessanti come, per esempio, il fatto che in miniera per il trasporto del sale fossero usati cavalli che per ragioni di sicurezza non venivano mai portati in superficie. L’ultimo cavallo presente in queste gallerie morì appena nel 2002.
  • Campo di concentramento di Auschwitz e Birkenau → uno di quei posti in cui la Storia urla e ti colpisce con tutta la sua forza costringendoti a riflettere.

Giorno 3

Ho trascorso l’ultimo giorno visitando un grazioso paesino a circa 100 km da Cracovia. Zalipie è un villaggio rurale ancora abbastanza sconosciuto ai turisti e, forse anche per questa ragione, non è così facilmente raggiungibile. Non ci sono mezzi pubblici e l’unico modo per visitarlo è affidandosi a un’agenzia locale o, in alternativa, noleggiare un auto. Sono stata molto tentata da questa seconda opzione, anche perché sembravano non esserci tour disponibili essendo fuori stagione ma, insistendo un po’, ho trovato una guida disponibile ad accompagnarmi.

Il prezzo non è stato proprio economico ma, oltre a portarmi a Zalipie, la guida di Poland Active Travel Agency, mi ha fatto conoscere diversi luoghi locali che non erano compresi nel tour e che mi hanno arricchito molto dal punto di vista culturale.

  • Nowa Huta → letteralmente significa “capanna nuova”, è il quartiere in cui vivevano i 40.000 operai dell’acciaieria di Cracovia con le relative famiglie. Secondo il regime socialista questa zona doveva rappresentare la città ideale, con grandi viali, spazi verdi e una vita collettiva molto intensa. Nella realtà, era un postaccio avvelenato dai fumi dell’acciaieria e dove le persone vivevano in un costante stato di privazione.
    Abbiamo attraversato questo quartiere in auto diretti a Zalipie. La rigidità dell’epoca socialista è tuttora visibile negli edifici squadrati e identici l’un l’altro.
  • Sanktuarium Matki Bożej Hebdowskiej → situata nel paesino di Nowe Brzesko, questa chiesa ha una particolarità: l’edificio è metà in stile romanico e metà in stile gotico (questa differenza è ben visibile al suo interno). Inoltre, qui si trova una reliquia (goccia di sangue) di Papa Giovanni Paolo II che, prima dell’investitura a Roma, fu vescovo di Cracovia.
  • Zalipie → questo piccolissimo paesino ha una caratteristica unica: le case sono decorate con motivi floreali di colori vivaci. L’idea venne a Felicji Kosiniak, una signora che, negli anni Cinquanta e riprendendo un’antica tradizione, pensò a un modo per coprire quelle antipatiche macchie che le vecchie stufe imprimevano sulle pareti. Utilizzando grasso di cottura e tinture naturali, iniziò a decorare la sua casa con motivi floreali e l’idea piacque talmente tanto che fu presto imitata dalle vicine.
    Oggi a Zalipie c’è addirittura una scuola in cui si insegna a fare questo tipo di decorazioni e ho anche avuto la possibilità di conoscere la signora più anziana del paese che ancora svolge questa particolare pittura.

Piatti tipici e ricette della tradizione

Cracovia è una città che ha davvero tanto da offrire non solo dal punto di vista storico e culturale, ma anche da quello culinario.

In città, ci sono due tipologie di locali tipici in cui si può mangiare secondo la tradizione locale:

  • Jadłodajnia → una specie di trattoria che offre una cucina tipica e a prezzi contenuti.
  • Mléčný Bar → una tipologia di piccoli ristoranti-caffetteria diffusisi durante il regime comunista. Spesso si mangia ancora in self-service e difficilmente si spendono più di €5.

Di seguito, invece, una mia personale selezione delle ricette più gustose:

  • Pierogi → ravioli ripieni di formaggi, carne o altro.
  • Chlodnik → una minestra servita fredda a base di latte cagliato, barbabietola, cetrioli e ravanelli.
  • Bigos → un sostanzioso stufato di carne.
  • Sernik → Cracovia è anche detta “ciasto-miasto”, ovvero la città delle torte. Sernik, per esempio, è una cheesecake tipica a base di ricotta polacca.
  • Makowiec → il dolce di Natale per eccellenza: una torta ripiena di una crema di noci, semi di papavero (che, secondo la tradizione polacca, porterebbero fortuna), agrumi, uvetta e burro.

--

--

Michela Perantoni ⁓ ABlondeGlobetrotter
Michela Perantoni ⁓ ABlondeGlobetrotter

Written by Michela Perantoni ⁓ ABlondeGlobetrotter

Viaggio solo con il bagaglio a mano. Sì, anche in Antartide. ✈ 44 / 196

No responses yet